Dopo 24 anni di assenza, “I Vespri siciliani” di Verdi tornano al Teatro alla Scala, dal 28 gennaio al 21 febbraio, in un nuovo allestimento firmato da Hugo de Ana. Sul podio Fabio Luisi alla guida di un cast capitanato da Marina Rebeka, Piero Pretti e Luca Micheletti.
TILIMBOM
Michele dall’Ongaro
La meglio gioventù
C
onoscevo Guido Zaccagnini da quasi cinquant’anni. Scriverlo fa un certo effetto, soprattutto ora che se ne è appena andato. Era un gruppo molto coeso quello di giovani studenti del Conservatorio di Santa Cecilia che verso il 1974 si erano riuniti come collettivo politico e in quell’istituto, che sembrava congelato – negli usi, nei programmi, nelle ritualità – al Secolo precedente quella botta di modernità (vivace ma pacifica e ben organizzata) lasciò di certo il segno. Lo lasciò sicuramente in molti di quei ragazzi che capirono presto che quella tensione doveva trovare anche una lettura “musicale”.
Dedicarsi alla musica contemporanea fu una scelta spontanea sia perché molti erano studenti di composizione, in contatto, in forme diverse, con musicisti che ne stimolavano lo studio e l’approfondimento (Guido Turchi, Boris Porena, Diego Carpitella, Franco Evangelisti, Aldo Clementi e – ovviamente – Goffredo Petrassi) sia perché quel repertorio, quel mondo sembrava rispondere, anche in chiave antagonista, alle necessità di cambiamento, di rigore e di purezza che permeavano gli umori di una intera, nuova generazione.
Di queste esigenze Guido fu tra noi principale interprete e motore agendo con grandi energie su diversi fronti: organizzativi, “ideologici”, artistici. Sua l’idea di formare, con quelle forze, il gruppo “Spettro Sonoro” fra i primi (se non il primo) in Italia ad occuparsi esclusivamente di musica contemporanea, commissionando opera a compositori giovani ma non solo (ricordo prime assolute di Evangelisti, Clementi, Bussotti), inaugurando la neonata Rai3 con il primo programma della rete (e l’unico, ora che ci penso) di divulgazione musicale dedicato a quel repertorio (“Che Musica è?”, 1977) e sempre sua quella di presentare in prima assoluta l’opera omnia musicale di Friedrich Nietzsche eseguita, grazie alla complicità di Renato Nicolini, in tre giorni al teatro Argentina di Roma e all’Auditorium Rai del Foro Italico, evento che destò l’attenzione di critica e pubblico di ogni parte del mondo (1979).
Di quel periodo rammento benissimo che Guido non si limitava a intervenire, in termini diciamo teorici ma anche e soprattutto con ruoli caparbiamente operativi, aveva ovvero un istinto quasi ferino nel connettere l’idea con l’azione diretta, l’interpretazione del mondo con l’impegno di trasformazione nel senso propriamente militante del termine. Anche in questo Guido era il più avvertito, il più attrezzato ed esercitava una leadership naturale che però funzionava se l’azione si estendeva alla collettività. Cioè Guido aveva bisogno degli altri, ovvero di condivisione.
Credo che in questo talento si possa riconoscere il personaggio che molti hanno avvicinato grazie a Radio3, il comunicatore, il divulgatore, il docente: lo studioso, cioè, che ritiene necessario mettere immediatamente al servizio delle persone (il famoso “servizio pubblico” credo sia questo) conoscenza e capacità per diffonderne il potere e insegnarne l’uso. La generosità e l’impegno con il quale Guido affrontava questo compito sono anche aspetti della sua personalità e, direi, dei suoi pregi.
leggi tutto…Vita d’Eroe
Quando ero ragazzo ogni tanto toccava a me avvisare i compagni di Conservatorio che stava per iniziare l’assemblea degli studenti. Generalmente il tutto avveniva senza problemi ma ogni tanto gli stessi studenti (più spesso gli insegnanti) mi squadravano sibilando la frase che ormai conoscevo a memoria: “Qui facciamo musica, non politica!”.
Nuria Schönberg Nono, lo Stile e l’Idea
Nuria Schönberg Nono ha compiuto novant’anni. Ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscerla molti lustri fa e vorrei condividere con chi mi legge la sensazione di entusiasmo e di ammirazione che si prova pensando alla vita e all’opera di una persona dalle doti così eccezionalmente rare.
Il Potere della Musica
Zubin Mehta, in un’intervista di qualche tempo fa, mi aveva avvertito: mai sottovalutare il Potere della Musica. In effetti nemmeno l’Olocausto ha fermato la Musica, figuriamoci, ad esempio, la pandemia.
Harvey à Paris
Questa mattina ero un coniglio di circa 1 metro e ottanta, con un elegantissimo smoking di Chanel. Dopo essermi guardato un po’ allo specchio però ho deciso di cambiare e sono diventato una zebra con un altro smoking, più bello… A quel punto è iniziata la più straordinaria avventura della mia vita nel mondo (virtuale) della geniale coreografa e regista Blanca Li e del suo progetto La Bal de Paris.
Ennio
Ho avuto il privilegio di frequentare Morricone per più di trent’anni e quindi posso garantirvi che vedere il film Ennio di Giuseppe Tornatore offre a chiunque la possibilità di conoscere il protagonista quasi altrettanto intimamente.