Dopo 24 anni di assenza, “I Vespri siciliani” di Verdi tornano al Teatro alla Scala, dal 28 gennaio al 21 febbraio, in un nuovo allestimento firmato da Hugo de Ana. Sul podio Fabio Luisi alla guida di un cast capitanato da Marina Rebeka, Piero Pretti e Luca Micheletti.
LIBRI
Rossini – Donizetti
Andrea Chegai
Luca Zoppelli
Il Saggiatore, pagg. 556, € 38 /pagg. 575, € 40
L
a casa editrice il Saggiatore ha pubblicato in contemporanea il terzo e il quarto volume della cinquina che costituisce la serie “L’opera italiana” curata da Paolo Gallarati.
Il primo dei due è dedicato a Gioachino Rossini e ne è autore Andrea Chegai: docente alla Sapienza Università di Roma (dove presiede il corso di laurea magistrale in Musicologia) e condirettore della rivista Il Saggiatore musicale e della collana “Musica teatrale del Settecento Italiano” (Ets).
Il secondo, invece, studia Gaetano Donizetti, e lo licenzia Luca Zoppelli: professore all’Università di Friburgo (in Svizzera) e condirettore dell’Edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini (Ricordi).
Come scrive Gallarati, «Ideali destinatari di questi libri sono il lettore curioso, desideroso di accostarsi al teatro lirico attraverso un tipo di ascolto consapevole, che è insieme piacere, comprensione, sorpresa, riflessione artistica e storica, provocazione estetica e morale; lo studente delle superiori o dell’università, interessato a capire come funziona la drammaturgia del teatro cantato e quali affinità e differenze possiede rispetto al teatro di parola e al cinema; l’appassionato intenditore che intende approfondire la conoscenza dei singoli musicisti con uno sguardo globale sulla vita e sull’opera, di solito trattate separatamente, qui invece intrecciate in forma narrativa in modo da illuminare la personalità del singolo attraverso le scelte artistiche, le lettere, i documenti; tutti coloro, infine, che si sentono attratti dalla bellezza e dalla forza espressiva della musica».
Parole, quelle del curatore della serie, che già dicono molto su come sono impostati i volumi: tutti contraddistinti dalla volontà di collocarsi non solo nel contesto biografico, artistico e culturale di ogni singolo musicista, ma anche sullo sfondo storico, politico e sociale di un mondo internazionale in evoluzione a cui i compositori hanno contribuito: sia ideando lavori destinati a palcoscenici esteri (che hanno diffuso il nostro Romanticismo), sia importando nel nostro paese argomenti, temi drammatici e spunti narrativi derivati da fonti straniere.
Nel libro di Chegai su Rossini, ad esempio, si affronta la tematica di un autore che, per più aspetti, ancora oggi appare enigmatico e sfuggente: «Una questione aperta», la definisce lo studioso, collocata tra il tramonto della cultura della Restaurazione e gli albori di una modernità che però non è ancora la nostra.
Lo stile sovraregionale di Rossini, andando al di là delle differenze sociali e politiche, ed essendo privo del contrassegno di una scuola, diede vita a un fatto culturale molto più ampio e totale che coinvolse a livello europeo la letteratura, le arti figurative e la vita sociale.
Fra gl’incondizionati ammiratori del compositore ci furono filosofi come Schopenhauer ed Hegel; poeti come Goethe, Heine e Leopardi; romanzieri come Balzac, George Sand, Dumas père, e lo stesso Stendhal; pittori come Delacroix.
Rossini metteva d’accordo tutti, superando confini territoriali e di pensiero che per lui non esistevano. E per questo nel libro, la collocazione anfibia di Rossini è giustamente affrontata secondo la prospettiva combinata di un lungo ‘700 (esteso negli anni successivi) e di un lungo ‘800 (così retrogradato da poter inglobare gli eventi rivoluzionari).
Se vogliamo simile per certi aspetti, ma del tutto agli antipodi negli effetti, appare invece il caso di Donizetti: di poco posteriore generazionalmente.
La generosa prolificità del compositore(oltre 70 opere teatrali e centinaia da camera e liturgiche), la facilità di scrittura, la propensione al riutilizzo e al rifacimento (spesso compiuto in funzione degli esecutori e del pubblico, quasi fosse un autore barocco, una specie di Vivaldi dell’800), la voglia di sperimentare vari generi e poetiche con il conseguente volto mutevole che ne derivava, proposto in un’età in cui si stava invece affermando l’idea di un repertorio selezionato, compiuto, studiato, irripetibile, in cui tutto doveva essere originale e coscienzioso, spinse già i contemporanei a individuare nel suo lavoro i segni della superficialità e della trascuratezza.
Innestandosi in maniera determinante nell’azione di riscoperta della vera natura della musica di Donizetti, il libro di Zoppelli ci conduce a scoprire un compositore che rispondeva con genialità, determinazione e forza inesauribile al suo desiderio di ramificarsi in tutte le direzioni, al suo essere contemporaneamente incontentabile e pragmatico, debordante nella produzione e variegato, attento alle esigenze del momento e sintonizzato con grande curiosità, sensibilità e intelligenza su orizzonti europei.
L’orecchio di Proteo
Carlo Alessandro Landini,
LIM, pagg. 848, € 60
Compositore di solido mestiere e notevole ingegno, Carlo Alessandro Landini è anche un prolifico saggista. Attività, quest’ultima, in cui si specchiano tanti caratteri del suo mondo d’artista… Dopo “Misura e Dismisura”, il musicista milanese (classe 1954) pubblica un saggio monumentale di neuroestetica musicale.
L’universo musicale di Bach
Christoph Wolff / Il Saggiatore
pagg. 525, € 65
Christoph Wolff è notoriamente uno dei più accreditati studiosi della vita e dell’opera di Johann Sebastian Bach. Con la traduzione di Patrizia Rebulla ed Elli Stern, e la prefazione di Raffaele Mellace, l’editore il Saggiatore ha pubblicato un suo nuovo studio dedicato al compositore di Eisenach: L’universo musicale di Bach.