Dopo 24 anni di assenza, “I Vespri siciliani” di Verdi tornano al Teatro alla Scala, dal 28 gennaio al 21 febbraio, in un nuovo allestimento firmato da Hugo de Ana. Sul podio Fabio Luisi alla guida di un cast capitanato da Marina Rebeka, Piero Pretti e Luca Micheletti.
#INTERVISTE
Vanoli, uno storico per i suoni del passato. Dal Big Bang alla Beat Generation
Architettare una sintesi delle diverse epoche storiche, dal Big Bang alla Beat Generation, filtrando i suoni del passato. Trovare un filo comune fra mondi variegati (in gran parte nell’area mediterranea) intessendo un filo comune.
Alessandro Vanoli, musicista dilettante, storico importante, grande divulgatore in “Note che raccontano la storia”, il suo ultimo libro edito da il Mulino, ricostruisce la storia dei suoni (anche) perduti del passato che sono stati la colonna sonora dell’umanità e la musica del mondo.
Brunello, Bach, un violoncello piccolo e la luce che mancava
Per un violoncellista come Mario Brunello, che suona dopo aver scalato le vette alpine e macinato la sabbia infuocata dei deserti algerini è il disco che apre il 2023.
Per noi, l’unica certezza dopo averlo infilato nel lettore cd è una sensazione di meraviglia. Pochi secondi dopo il respiro d’attacco degli esecutori bastano per sintonizzarsi sull’incantato stupore, indotto dai tempi vagamente assorti che si alternano agli scatti repentini. Il suono ipnotico dopo quasi quarant’anni di carriera in un vortice di interessi (barocco, romanticismo con orchestra, sprazzi di contemporanea, evasioni nel jazz) è ancor più pastoso, denso. Nobile essenza della sua ars interpretativa.
“Bach Transcriptions” è l’atto di chiusura di una trilogia con l’Accademia dell’Annunciata e il basso continuo di Riccardo Doni (Arcana-Outhere Music).
Pavarotti era mio padre. Ed era un grande tenore
Cristina Pavarotti, figlia secondogenita del celebre tenore modenese, racconta a Music Paper il suo impegno per custodire e diffondere la memoria del padre, andando oltre il personaggio e guardando da vicino l’artista, sensazionale e generoso.
Da alcuni mesi il nome di “Big Luciano” campeggia anche sulle stelle della “Walk of Fame” di Hollywood. Ma ora tocca all’Italia non dimenticare il cantante e l’interprete che è stato una star fra le più luminose della storia dell’opera…
«Per molti anni sono stata testimone della sua carriera. Ho iniziato ad andare a teatro all’età di cinque anni e ho avuto la fortuna di vedere dal vivo un’intera generazione di cantanti eccezionale, che condivideva gli stessi valori di mio padre».
Tutti i talenti di Rousset
Christophe Rousset, assistente di William Christie, lascia Les Arts Florissants nel 1991 dopo averli diretti ne La fée Urgèle, per fondare Les Talens Lyriques che stanno ancora festeggiando il trentennale, con ritardo per la pandemia.
Rousset, che si alterna alla tastiera e alla bacchetta, è uno dei direttori di musica eseguita su strumenti antichi più presente nei teatri e nelle sale da concerto worldwide. Les Talens Lyriques sono una macchina da guerra: con un’agenda estremamente serrata e la sterminata discografia fin qui incisa.
In Italia Rousset è presente regolarmente benché meno che in altri paesi ma comunque è una presenza costante. È l’occasione per tracciare un bilancio e ascoltare cosa ha da dire il Maestro dopo 30 anni di successi. A Music Paper confida di non amare i controtenori. E di essere fedele.
Per me il teatro vive nel presente
Per Michele Mariotti, prima inaugurazione di stagione all’Opera di Roma. Non il debutto da direttore musicale, dato che quello è avvenuto in febbraio con “Luisa Miller”. Tuttavia aprire il nuovo anno del proprio teatro è un’altra cosa. Significa trovarsi sotto una marea di riflettori mediatici. Lui, 43 anni, ci è abituato: a Bologna ha guidato il Comunale per dieci anni. Ma la Capitale è diversa. Per la risonanza nazionale che può assumere una première all’Opera. Tanto più se (nella città dove ha sede il Vaticano, durante un governo di destra che innalza lo slogan “Dio-patria-famiglia” come vessillo) il titolo prescelto, i “Dialogues des Carmélites” di Francis Poulenc, ha a che vedere con la religione, con l’oppressione furiosamente laicista di un credo profondo, e se la regista cui è affidata la messinscena, Emma Dante, può far temere qualcosa di politicamente urticante.
Thomas Adès e il trionfo della speranza
Settimane italiane, anzi milanesi, per il compositore, direttore d’orchestra, pianista londinese che sul podio dell’Orchestra del Teatro alla Scala e della Filarmonica dirige concerti sinfonici e la sua opera “The Tempest”. Incontro con uno degli autori più celebri ed eseguiti del nostro tempo, forgiatore di una musica immediata e potente, che non si riconosce nelle categorie accademiche. Perché per lui «L’ispirazione è ovunque, perché un artista accetta tutto quanto ha a sua disposizione».
Mi ha voluto Bayreuth. Storia di Oksana
Si definisce “direttrice” d’orchestra, senza esitazioni. Oksana Lyniv, 44 anni – dopo tante esperienze importanti (è stata anche assistente di Kirill Petrenko) – ha inanellato una serie di primati al femminile: prima donna nella storia chiamata a dirigere un’opera di Wagner al mitico Festival di Bayreuth e prima donna direttore musicale di una fondazione lirica italiana: il Teatro Comunale di Bologna. Tutte vittorie al merito conquistate sul podio. E nell’ultimo anno è diventata anche simbolo della resistenza dei musicisti ucraini, come lei, alla guerra e ai suoi orrori. Anche riuscendo a portare in giro per l’Europa i ragazzi della “sua” Youth Symphony Orchestra of Ukraine
Lei a Music Paper si racconta così.
Il mio suono oltre il buio e i cancelli
Il 2 e il 4 novembre al Teatro Alfieri di Torino e alla Sala Verdi del Conservatorio di Milano, si tiene il “Blind Date. Concerto al buio”, organizzato da CBM Italia. Due eventi di cui è protagonista Cesare Picco, pianista, compositore, arrangiatore. Da anni Picco, con questa performance unica nel suo genere, collabora con l’organizzazione umanitaria che cura la cecità di bambini e adulti in nove paesi del Sud del mondo. Un’esperienza sensoriale oltre che musicale, dal valore simbolico ed evocativo. Music Paper lo ha incontrato alla vigilia dei due concerti che segnano il ritorno del Blnd Date dopo lo stop imposto dalla pandemia. È stata l’occasione, come sempre accade con Picco per parlare anche di molto altro: di buio e di luce, di interpretazione e improvvisazione, di Bach e clavicordi, di suono e natura.
La mia stella è la mia verità
Vitali Alekseenok, direttore d’orchestra, 31 anni, Kapellmeister della Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf, una carriera in ascesa dopo la vittoria al Concorso “Arturo Toscanini” di Parma, ha debuttato pochi giorni fa al Teatro alla Scala con “Il Piccolo Principe” del compositore Pierangelo Valtinoni. Bielorusso, giovane uomo del suo tempo e artista politicamente impegnato, direttore artistico del Festival di Kharkiv nell’Ucraina in guerra, Alekseenok si batte ogni giorno con convinzione e coraggio per libertà e democrazia, in tempi in cui ogni possibile armonia è messa a repentaglio. La sua visione per il futuro? Continuare a crescere e migliorarsi, dedicandosi al repertorio operistico.
Belcanto e sacro impegno
Il tenore statunitense Lawrence Brownlee è uno dei protagonisti della “Messa di Gloria” di Rossini incisa da Antonio Pappano alla guida dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e appena pubblicata da Warner Classics. Insieme a lui, l’amico di lunga data Michael Spyres, e tre eccellenze italiane: Eleonora Buratto, Teresa Iervolino e Carlo Lepore.
Ma non solo musica, Brownlee, che festeggerà nel mese di novembre 50 anni, è artista engagé. Fra una produzione lirica e l’altra, in giro per il mondo, lotta con passione per la racial justice e, in qualità di ambasciatore di “Opera for Peace”, si prodiga per sostenere l’attività dei giovani cantanti, incoraggiandoli nel loro percorso.