Dopo 24 anni di assenza, “I Vespri siciliani”ย di Verdi tornano al Teatro alla Scala, dal 28 gennaio al 21 febbraio, in un nuovo allestimento firmato da Hugo de Ana. Sul podio Fabio Luisi alla guida di un cast capitanato da Marina Rebeka, Piero Pretti e Luca Micheletti.
Il canto di Santa Maria del Fiore
S
eppur conosciute, non รจ inutile riassumere le vicende che condussero alla costruzione della cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore e, successivamente, della sua cupola: oggi quasi lโemblema stesso dellโinizio del Rinascimento in architettura.
Lโ8 settembre 1296, in occasione della festa della nativitร della Madonna, il cardinale Pietro Valeriano Duraguerra, legato di papa Bonifacio VIII, posรฒ la prima pietra dellโambizioso e visionario progetto di una nuova, ampia cattedrale che sarebbe sorta al posto della vecchia chiesa di Santa Reparata. I lavori furono affidati allo scultore e architetto Arnolfo di Cambio.
Nella mente di Arnolfo cโera lโimmagine di un edificio dotato di una grande cupola ispirata al Pantheon di Roma, ma prima della sua morte (1302) riuscรฌ a terminare solo due campate e metร della facciata. Nei decenni seguenti i lavori furono piรน volte interrotti e ripresi, sotto le successive direzioni di Giotto, Andrea Pisano, Francesco Talenti e Giovanni di Lapo Ghini, e si sviluppรฒ un acceso dibattito sulle modalitร con cui procedere alla costruzione della monumentale cupola che, per lโinadeguatezza delle conoscenze tecnologiche, appariva davvero irrealizzabile.
Il 19 agosto 1418, lโOpera del Duomo bandรฌ un concorso pubblico. Una gara di progetti che ufficialmente non decretรฒ un vincitore, ma che spinse ad affidare a Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti la ripresa dei lavori. Questi iniziarono il 7 agosto 1420 secondo lโinnovativo progetto presentato da Brunelleschi. Qualche anno dopo Ghiberti fu parzialmente e in seguito del tutto estromesso dallโincarico, che passรฒ interamente nelle mani del collega.
Lโardita idea messa in opera prevedeva la costruzione di una cupola โ a otto vele e a doppia calotta โ senza lโausilio di unโarmatura a cรจntine, bensรฌ con impalcature autoportanti. I primi sette metri circa sarebbero stati eretti in pietra, i successivi in mattoni disposti seguendo una tecnica detta a spina di pesce.
Risolvendo giorno dopo giorno i numerosi problemi tecnici che si ponevano, Brunelleschi completรฒ i lavori a tempo per la solenne dedicazione della cattedrale: fissata per il 25 marzo 1436 (giorno dellโAnnunciazione e di quello che allora era il Capodanno fiorentino).
Ufficialmente, perรฒ, la cupola fu terminata a tutti gli effetti solo in agosto, quando il vescovo di Fiesole, Benozzo Federighi, salรฌ sulla sommitร della volta e pose lโultima pietra. In un secondo tempo, sarebbe stata poi costruita anche la lanterna che completa e incorona lโedificio.
Il capolavoro si dimostrรฒ subito espressione di equilibrio e armonia, segno della potenza e dellโeleganza artistica della cittร , e dal 1982, assieme allโintero centro storico di Firenze, Santa Maria del Fiore fa parte del Patrimonio Mondiale Unesco.
Il 25 marzo 1436, come si diceva, avvenne la cerimonia di consacrazione della cattedrale, alla presenza del papa Eugenio IV. Per lโoccasione, fu commissionato a Guillaume Dufay il mottetto a quattro voci Nuper rosarum flores: uno dei suoi lavori piรน importati e dibattuti dal mondo della musicologia.
Probabilmente nato il 5 agosto 1397, nellโattuale Belgio, Dufay era entrato nella Cappella pontificia come cantore e compositore nellโottobre del 1428. Alla morte di Martino V, lโ11 marzo 1431 era divenuto papa Eugenio IV che gli aveva confermato lโincarico. In seguito, esiliato dalla potente famiglia Colonna, il 23 giugno 1434 il papa si era rifugiato a Firenze prendendo residenza nella basilica di Santa Maria Novella. Dufay lo aveva raggiunto solo nel giugno dellโanno successivo: dopo aver momentaneamente diretto la cappella musicale del duca Amedeo VIII di Savoia.
Le celebrazioni iniziarono il 18 marzo, con una funzione durante la quale il papa benedisse una rosa dโoro che poi depose sullโaltare maggiore della cattedrale, e culminarono appunto il 25. Quanto accadde quel giorno รจ narrato da alcune cronache che ci sono pervenute. Lโunica che offre informazioni a riguardo della musica รจ quella, in latino, dello scrittore e umanista fiorentino Giannozzo Manetti.
Alla mattina, una solenne processione guidata dal papa e accompagnata da numerosi esecutori di strumenti a fiato e a corda partรฌ da Santa Maria Novella e raggiunse la cattedrale percorrendo una passerella lignea sopraelevata.
Dopo lโingresso in Santa Maria del Fiore, con grande sfarzo si fece ancora musica strumentale e vocale. Proprio in questo momento deve essere stato eseguito il mottetto di Dufay: con lโausilio anche di strumenti musicali, considerato che le due voci inferiori della composizione sono prive di testo. I versi intonati dalle altre due voci (una delle due allโoccorrenza si sdoppia) fanno esplicito riferimento alla rosa: alludendo alla funzione accaduta la settimana precedente, oltre al nome stesso della cattedrale.
Siamo di fronte a un capolavoro musicale assoluto, di costruzione complessa e anomala (ad esempio, i quattro episodi in cui si articola non corrispondono alle quattro strofe del testo) che segnรฒ uno dei momenti culminanti della carriera di Dufay. Inoltre, lโopera rispetta unโimpostazione isoritmica ma assieme, sulla spinta della propensione allo sperimentalismo dellโautore, suggerisce una nuova strada: quella del piรน moderno mottetto su tenor. Quanto detto fino ad ora invita a una prima riflessione.
Dapprima, Nuper rosarum flores conferma che Dufay fu piรน di tanti altri colleghi del suo tempo un compositore immerso nellโattualitร e negli avvenimenti storici che lo circondavano: ovvero che non poche delle sue composizioni fiorirono da eventi esterni (per lo piรน solenni occasioni politiche, civili e religiose) e da specifiche commissioni; e che spesso proprio in tali occasioni il musicista riusciva ad esprimere al meglio la sua arte.
In secondo luogo, il particolare carattere stilistico di Nuper rosarum flores, disposto a cavallo tra tradizione e innovazione, sottolinea come la figura di Dufay sia emblematica dellโimpossibilitร di demarcare nettamente il confine fra Medioevo e Rinascimento; e assieme ci invita a individuare unโevidente sintonia con lโinnesto dโavanguardia della cupola del Brunelleschi sul progetto di Arnolfo di Cambio risalente a quasi un secolo e mezzo prima. Insomma, il caso e la volontร , condussero a un singolare incrocio di arte e significative ragioni che si manifestรฒ a Firenze quel 25 aprile 1436. Ma non รจ tutto.
Nel 1973, lo studioso Charles W. Warren ha individuato una relazione tra le proporzioni architettoniche di Santa Maria del Fiore (navata, transetto, abside, altezza della cupola) e quelle musicali di Nuper rosarum flores. Lโuniverso medievale era impregnato da un ordine simbolico, dove ogni cosa significava qualcosโaltro, e questo modo di โosservareโ e โintendereโ quanto stava attorno allโuomo non fu abbandonato con la transizione al Rinascimento: unโepoca anchโessa โossessionataโ dal simbolo.
Inoltre, al tempo di Dufay era diffuso il concepire con sapienza costruttiva delle relazioni numeriche allโinterno di una singola opera facendo interagire tra loro differenti arti e scienze. Ma dopo lo scritto di Warren il caso di Santa Maria del Fiore e di Nuper rosarum flores si รจ dimostrato cosรฌ emblematico e di particolare interesse da dare spunto a un interessante dibattito musicologico e artistico.
Sintetizzando la vicenda, dapprima, nel 1994, il musicologo Craig M. Wright ha proposto una relazione tra lโimpianto formale del mottetto di Dufay e quanto riferisce la Bibbia a proposito delle dimensioni del Tempio di Salomone. In pratica, ribadendo una connessione mentale tra Santa Maria del Fiore e lโedificio biblico giร diffusa tra i fiorentini a partire dal โ300.
Poi, nel 2001, lo storico dโarte statunitense Marvin Trachtenberg ha rilanciato lโipotesi di Warren, proponendo perรฒ una nuova lettura dei rapporti strutturali esistenti tra il mottetto e Santa Maria del Fiore. Per finire, nel 2009, Emanuele Gasparini ha proposto nuove connessioni tra Nuper rosarum flores, la cattedrale, la simbologia dellโApocalisse, e la visione della Gerusalemme celeste.