Dopo 24 anni di assenza, “I Vespri siciliani” di Verdi tornano al Teatro alla Scala, dal 28 gennaio al 21 febbraio, in un nuovo allestimento firmato da Hugo de Ana. Sul podio Fabio Luisi alla guida di un cast capitanato da Marina Rebeka, Piero Pretti e Luca Micheletti.
Al Verdi di Trieste Henning rilegge Macbeth 10 anni dopo
Al Teatro Verdi di Trieste, dal 27 GENNaio al 5 febbraio, va in scena il capolavoro di Giuseppe Verdi. Torna in un allestimento che ha fatto storia con la Regia del “Maestro” Brockhaus, i costumi di Nanà Cecchi, le scene di Josef Svoboda ricostruite da Benito Leonori. Fabrizio Maria Carminati dirige un cast che alterna generazioni di voci verdiane.
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orna (dieci anni dopo) al Teatro Verdi di Trieste lo storico allestimento di Macbeth del regista tedesco Henning Brockhaus: un maestro del teatro e un classico della regia d’opera su cui lo stesso Brockhaus è al lavoro in città da settimane. Nelle intenzioni, dunque, va in scena la versione ancora più matura di un progetto drammaturgico importante con Fabrizio Maria Carminati sul podio e un cast italiano ed internazionale che unisce interpreti di provata esperienza a giovani voci di talento.
Titolo assai popolare a Trieste dal 1848 al 1873, Macbeth è rimasto poi ineseguito per quasi cento anni e nel Novecento ha visto solo tre allestimenti al Verdi. Spiccano dunque i due allestimenti ravvicinati degli anni 2000, nel 2005 con il regista belga Van Hoecke, poi nel 2013 e nella ripresa odierna, un maestro della drammaturgia, il tedesco Henning Brockhaus, legato idealmente a Trieste per aver trascorso la parte iniziale della sua importante carriera internazionale a fianco di Giorgio Strehler, al Piccolo di Milano, in Scala e nel mondo.
Il Verdi presenta così il ritorno di questo spettacolo in coproduzione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi: «E se il teatro d’opera oggi è non solo rilettura vivente di grande repertorio musicale, ma anche specchio della storia dell’interpretazione registica, questo Macbeth è, soprattutto per gli appassionati più giovani, appuntamento imperdibile in quanto vero masterpiece di un’imprescindibile filosofia interpretativa che ha segnato profondamente il secondo Novecento: la sua trentennale vita su palchi di grande pregio, a partire dall’Opera di Roma nel ’95, dimostra infatti che ancora oggi le intuizioni di questo spettacolo eminentemente artigianale sono davvero grandi momenti di altissima scuola.
Un mondo violento ed illogico, usurato dalla brama di potere, con guerrieri zombies, inconsapevolmente morti, mossi solo dal desiderio di nuocere e giochi di luce sui veli, proiezioni, trasparenze, specchi animati dai proiettori: una vera antologia di quelle soluzioni visuali ancora considerate innovative ed al centro dell’arte teatrale nel mondo».
Una costumista di teatro, cinema e tv come Nanà Cecchi firma i costumi, Benito Leonori, ex assistente di Brockhaus, ricostruisce le scene create da uno dei più grandi e geniali protagonisti del teatro del secondo dopoguerra: Josef Svoboda. Coreografie di Valentina Escobar, ex attrice con Strehler.
Fabrizio Maria Carminati, nome ben noto a al Verdi, dirige un cast nel quale si alternano nel ruolo di è Lady Macbet Silvia dalla Benetta e l’olandese Gabrielle Mouhlen, scoperta di Riccardo Muti proprio per i ruoli verdiani drammatici, mentre per Macbeth si avvicendano sul palco il baritono Giovanni Meoni, voce e il giovane Leon Kim, presenza importante di questa stagione. Macduff vedrà protagonisti i tenori Riccardo Rados, e Antonio Poli, giovane voce già scelta da direttori come Pappano e Muti. Dario Russo darà voce a Banco in staffetta con il giovane basso rumeno Cristian Saitta.
Dieci anni fa, nel 2013 Henning Brockhaus a proposito di Macbeth spiegava a Operaclick: «Per interpretare il Macbeth di Verdi devi entrare nel testo musicale, perché Verdi, come Mozart, non sbaglia mai. Bisogna affrontare la partitura come un archeologo, nota per nota e da musicista diplomato in clarinetto, pianista per passione e con studi di composizione alle spalle, la partitura per me è la guida, non il libretto. La musica è un’arte assurda, astratta e surreale che non è ancora stata scoperta fino in fondo. La musica è un linguaggio astratto che però interpreta i nostri affetti, come il linguaggio onirico o mitologico, ed è per questo che ritengo che il linguaggio realistico non sia adatto alla musica e quindi all’opera».
Prima rappresentazione il 27 gennaio. Repliche sino al 5 febbraio.
Foto: Macbeth nell’allestimento firmato da Brockhaus nel 2013 © Teatro Verdi Trieste/Visual Art-Fabio Parenzan